Tra il Dire e il Fare - La Crescita Personale e Finanziaria in pratica

Puntata 96: Cosa Succede Quando Dai a Due Bambini un Muro Impossibile

Sunny Season 3 Episode 96

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La saggezza può arrivare nei momenti più inaspettati, persino quando si è costretti a costruire un muro all'età di 11 anni. Questa puntata ci porta all'interno della biografia di Will Smith, dove una lezione di vita straordinaria attende di essere scoperta.

Quando due giovani fratelli vengono incaricati dal padre di ricostruire un gigantesco muro all'ingresso del suo negozio, l'impresa sembra impossibile. Per quasi un anno, giorno dopo giorno, mescolano malta e posano mattoni, sentendosi schiacciati dall'enormità del compito. È proprio nel momento di massima disperazione che arriva la rivelazione: "Non c'è nessun muro, ci sono solo mattoni". Una semplice frase che racchiude una verità profonda sulla vita e su come affrontiamo le sfide apparentemente insormontabili.

Esploriamo come questa filosofia del "un mattone alla volta" possa trasformare radicalmente il nostro approccio agli obiettivi ambiziosi. Che si tratti di migliorare la propria forma fisica, intraprendere una nuova relazione o imparare una nuova abilità, la chiave è scomporre l'obiettivo in piccoli passi quotidiani. Scopriamo anche la storia complementare del monaco ossessionato dalle imperfezioni del suo muro, e come questo ci insegni ad accettare che la perfezione non deve essere un prerequisito per l'azione.

Quale mattone poseresti oggi se potessi mettere da parte la paura dell'imperfezione? Qual è il muro che sogni di costruire ma che ti spaventa per la sua grandezza? Ascolta questa puntata e trova il coraggio di posare il tuo primo mattone. Ti aspetto martedì prossimo per continuare a parlare di crescita personale e finanziaria!

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Speaker 1:

Ciao, stai ascoltando, tra il dire e il fare, il mio podcast che parla di crescita finanziaria e personale. In pratica, quando avevo 11 anni, mio padre decise che il muro all'ingresso del suo negozio andava rifatto. Era un bel muro, alto più di 3 metri e mezzo e lungo 6, ma stava cadendo a pezzi e lui era stufo di vederlo, piuttosto che rivolgersi a un muratore o a un impresedile, però pensò bene di affidare i lavori a me e mio fratello Papà, si occupò della demolizione. Ricordo ancora la straziante incredulità con cui fissavo quella voragine. Era assolutamente certo che non sarei mai riuscito a portare a termine quel lavoro.

Speaker 1:

Ogni giorno, per quasi un anno, quando uscivamo da scuola, io e mio fratello andavamo in negozio a mio padre per lavorare a quel muro. Facevamo tutto quanto noi scavavamo il basamento, mescolavamo la malta, portavamo i sacchi e ricordo ancora le proporzioni due parti di cemento e una parte di sabbia e una parte di calce. A mio fratello spettava la gestione del tubo dell'acqua. Mescolavamo i materiali su marciapiede con i badili e poi riempivamo i secchi da 8 litri e rispondevamo ai singoli mattoni uno a uno. Lo facciamo senza armature o casse di forma di legno, utilizzando solamente una di quelle livelle con la bolla dell'acqua nel mezzo, se ti intendi un po' di delizia, avrai già capito che era un processo folle. È quasi una cosa ai limiti da colonia penale.

Speaker 1:

Quello che a due adulti avrebbe richiesto probabilmente solamente un paio di giorni di lavoro, a due ragazzini richiese quasi un anno di lavoro tedioso e inutilmente lungo. Io e mio fratello lavorammo durante il fine settimana, nei giorni festivi, durante le vacanze Passammo tutta l'estate a lavorare. Quell'anno Mio padre non si prendeva mai un giorno libero, dunque non era concesso nemmeno a noi. Libero, dunque non era concesso nemmeno a noi. Ricordo tutte le volte che rimanevo a guardare quel buco, in preda alla sconforto più totale. Non riuscivo a intravedere una fine. Nella mia testa le dimensioni diventavano sempre più insostenibili.

Speaker 1:

Pareva che stessimo costruendo la grande muraglia cinese miliardi di mattoni rossi che si allungavano all'infinito, verso nulla. Sareai invecchiato e morto miscolando cemento e trasportando secchi, poco ma sicuro. Ma papà non voleva che ci fermassimo. Dovevamo trovarci lì tutti i giorni a miscolare cemento, trasportare secchi e posare mattoni. Che piovesse, facesse un caldo infernale, che fosse arrabbiato triste, che stessi male, ovesse una verifica il giorno dopo, non c'erano scuse e benché io e mio fratello ci lamentassimo e tentassimo di protestare, per papà non faceva differenza. Eravamo incastrati.

Speaker 1:

Quel muro era una costante, era pura permanenza. Cambiavano le stagioni, gli amici andavano e venivano, gli insegnanti andavano in pensione, ma il muro rimaneva lì. Il muro era sempre lì. Un giorno io e mio fratello eravamo di un umore particolarmente nero. Trascinavamo i piedi borbottando assurdo, di qua di là, ridicolo.

Speaker 1:

Perché mai dovremmo costruire un muro? Era una cosa impossibile e non ci riusciremo mai. Papà ci sentì, mollò gli attrezzi e venne a sincerarsi di cosa stessimo cianciando. Mi strappò un mattone dalle mani e ce lo tene davanti al muso dicendo piantatela di pensare a quel maledetto muro. Non c'è nessun muro, ci sono solo mattoni.

Speaker 1:

Il vostro compito è posare questo mattone alla perfezione per poi prenderne un altro e posare quel mattone alla perfezione e passare a quello successivo. Non preoccupatevi del muro, la vostra unica preoccupazione deve essere quel singolo mattone. Poi rientrò nel negozio. Io e mio fratello ci scambiamo un'occhiata scuotendo il capo, come per dire il vecchio qui è un po' svitato e riprendiamo a mescolare la malta. Però alcune delle lezioni più incisive che ho ricevuto le ho dovute imparare a mio malgrado. Ho posto loro esistenza, le ho persino negate, ma alla fine il peso della loro verità è diventato ineluttabile.

Speaker 1:

Una di quelle lezioni è stata il muro di mattone di mio padre, mentre i giorni si trascinavano, per quanto detestassi ammetterlo. Cominciai a capire di cosa parlava. Quando mi concentravo sul muro, il lavoro sembrava impossibile, senza fine. Se invece mi focalizzavo su un mattone, settimana dopo settimana lo strato di mattoni cresceva e le dimensioni del muro andavano riducendosi. Iniziai a pensare che la differenza tra un compito che sembra impossibile e uno altro apparentemente fattibile non è che la questione di prospettiva.

Speaker 1:

Era una giornata fredda e nuvolosa ed era quasi trascorso un anno da quando io e mio fratello avevamo cominciato. A quel punto il muro era ormai un'istituzione tale nella mia vita che il solo pensiero di finirlo mi sembrava una mera illusione Roba del tipo se anche dovessimo finirlo, spunterebbe tragicamente un altro buco e subito dietro un altro ancora. Ma non fu così.

Speaker 1:

In quella gelida mattina di settembre mescolammo l'ultimo cemento con cui riempimmo l'ultimo secchio e posammo l'ultimo mattone. Papà era rimasto lì a guardarci mentre gli ultimi mattoni finivano al loro posto. Con una sigaretta a mano. Ammirava il nostro lavoro senza battere ciglio. Io e mio fratello sistemamo a livello l'ultimo mattone e poi silenzio.

Speaker 1:

Mio fratello si strinse nelle spalle come dire e ora che facciamo? ci mettiamo a saltare, ad applaudire, a festeggiare e con cautela arretrammo di un passo per afficarci a mio nostro padre. Per un po contemplamo il nuovo muro di famiglia. Poi papà spensa la sigaretta.

Speaker 1:

Rotandoci sopra lo stivale, esalò l'ultimo ultima boccata di fumo e, senza mai staccare gli occhi dal muro, disse ora non venite a dirmi mai più che c'è qualcosa che non sapete fare. Quindi rientro al negozio, riprese a lavorare. Come avrai capito, ovviamente questa non è la mia storia. È l'intro della biografia di Will Smith, che mi piace particolarmente perché è poi quello che facciamo spesso e che ci blocca nelle nostre grandi imprese.

Speaker 1:

Si dice sempre che ogni grande viaggio parte da un primo passo. Ci ricordiamo sempre che tutte le grandi sfide hanno un inizio spesso imperfetto, ma poi dopo, nell'applicazione pratica di questa cosa nella vita di tutti i giorni, ci scordiamo un po' di farne il tesoro. Il concetto di mettere un mattone messo alla perfezione ogni giorno, che poi dopo creerà il vostro muro, il vostro muro di famiglia, è un concetto da portare, secondo me, su tutto quello che rappresenta le vostre sfide e le vostre ambizioni nella vita, le nostre ambizioni. Spesso ci scordiamo di imparare a mettere quel singolo mattone e apprezzare quel singolo mattone e di non farci sconvolgere da quelle che sono le nostre grandissime ambizioni e che le vere vittorie sono queste piccole vittorie, ma la scorsa, quello su una vagonata di merda, la storia del monaco.

Speaker 1:

In quello stesso libro c'è un altro racc mattoni che erano storti e ogni volta che ci passava continuava a focalizzarsi solamente su quei 4-5 mattoni messi male. Tant'è che ogni volta che le persone passavano, gli faceva vedere il suo lavoro, la cosa che esaltavano erano quei 4 e 5 mattoni messi male, anche se le persone non lo notavano, anche se il muro era un muro fatto bene e anche se quei mattoni messi male in realtà erano. E quando mostrava poi il muro alle persone, le persone non lo notavano. E tant'è che una volta che lui è andato via dal monastero e poi è ritornato lui stesso non riusciva più a vedere dove erano le differenze, dove erano. E questi racconti ci insegnano due cose fondamentali per ottenere dei grandi risultati nella nostra vita.

Speaker 1:

Il numero uno è che bisogna concentrarsi sui lavori, sui piccoli lavori, smontare le grosse missioni, i grossi viaggi, i grossi problemi da affrontare in micro task che siano quasi autoconcludenti e che ci possano permettere però di avanzare regolarmente senza farci soggiogare dalle grosse cose. E l'altro è che, una volta fatto questo lavoro, sicuramente ci saranno delle imperfezioni, ma quello che conta è il muro finale, quello che abbiamo fatto, che non perde di valore, anche se ogni tanto magari non riusciamo a fare le cose in maniera perfetta, e lo dice una persona che per anni è rimasto bloccato, pensando di prima di essere pronto a fare le cose perfette e poi di farle. Ecco, questa è la maniera migliore per non fare niente nella vita, cioè aspettare il momento giusto, aspettare di fare le cose in maniera perfetta o aspettare di saperle fare. Certe volte, alcune cose si imparano solamente mettendo i mattoni, solamente facendo il lavoro, e non si possono imparare in altre maniere. Perché mi ci ritrovo molto a prescindere dal personaggio Will Smith, che può piacere o non piacere, è una cosa che possiamo mettere in pratica veramente dal giorno, da domani. E quindi, qual è il mattone che vorresti mettere, qual è il muro che vorresti costruire e che magari hai paura di costruire? può essere avere un fisico migliore, può essere intraprendere una nuova relazione. Quindi il mattone non è mi devo sposare, deve essere l'uomo o la donna della mia vita, ma è cominciamo a vivere bene giorno per giorno.

Speaker 1:

Persone che hanno cominciato a suonare il pianoforte a 60 anni, dopo 20 anni, che si ripetevano nella loro testa che era troppo tardi, e adesso fanno concerti. Comunque si godono la loro passione e quello che hanno imparato, anche se sono grandi d'età. Ci sono una marea di cose che ci raccontiamo nella nostra testa e che ci fermano, ci fermano, ci ferma da diventare la versione migliore che vogliamo, che possiamo essere, da avere la vita che veramente ci meritiamo. Ecco, io ti auguro di riuscire a capire qual è il tuo mattone e di avere il coraggio di posarlo adesso, piano, piano, uno dopo l'altro, e magari tra cinque anni o tra un anno, quando sarà il momento, ti volterai e ripenserai a quel primo mattone che hai messo e di come ti sentivi.

Speaker 1:

Io ti ringrazio per essere stato qua. Mi scuso per la mia lettura, magari che non è proprio da narratore, però ci tenevo a leggere, a leggervi queste pagine. Finisce qua la puntata 95, se poi ti chiedo di incominciare a seguirmi sulla piattaforma che utilizzi per sentire i podcast e di mettermi magari una recensione, perché mi aiuta tantissimo a farmi arrivare sempre a più persone che magari non mi conoscono. Quindi, ci sentiamo martedì prossimo sempre qua, sempre per parlare di crescita personale e finanziaria, e io ti ringrazio per il tempo che mi ha dedicato. E se non dovessimo più sentirci, ti auguro una bellissima giornata e una buona vita. Ciao.