Tra il Dire e il Fare - La Crescita Personale e Finanziaria in pratica

Puntata 98: Il Paradosso della Felicità, due strade, una destinazione

Sunny Season 3 Episode 98

La felicità non è uno stato d'animo singolo ma un contenitore, un punto dove ci troviamo quando raggiungiamo una consapevolezza profonda di noi stessi. Questo episodio esplora il paradosso della felicità e come trovarla dentro di noi invece che in fattori esterni.

• Il "cliff top paradox" descritto da Will Smith: il vuoto che si prova nell'abisso è simile a quello sulla vetta
• Essere felici non significa che tutto vada bene, ma essere grati per dove siamo e per dove stiamo andando
• La vera felicità deriva dall'autoconsapevolezza, non da ciò che possediamo
• La felicità è inversamente proporzionale a quanto riusciamo a gestire i disagi e la mancanza di controllo
• Pratiche quotidiane come meditazione, gratitudine, appunti di momenti lucidi e attività fisica aiutano a coltivare la felicità
• Accettare la natura temporanea di tutto ci libera dall'attaccamento e ci permette di godere pienamente del presente

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Speaker 1:

ciao. Stai ascoltando, tra il dire e il fare, il mio podcast che parla di crescita personale e finanziaria. E bentornati alla puntata numero 98 del nostro podcast. Questo spazio che ci prendiamo tutti i martedì per pensare, per parlare, a me serve per un po' di autoanalisi e spero che a voi serva per magari avere nuovi spunti di crescita. E questi spunti spesso vengono a meno, per quanto mi riguarda, come delle illuminazioni che arrivano spesso anche per caso e che però poi dopo mi danno conferma di cose che stavo pensando, che sentivo. E oggi vi voglio parlare di un concetto che è spesso usato in maniera sbagliata e astratta, ovvero quello della felicità. Che cosa vuol dire felice? Secondo me, essere felice non vuol dire una cosa, ma felicità è un contenitore, non è uno stato d'animo, ma è più un punto in cui ci si trova la felicità. E ultimamente mi si stanno tornando, si stanno ripetendo i messaggi e le informazioni su due concetti che sono la vita, la morte e la felicità. Il concetto di che cos'è la felicità? di Will Smith, che parlava dell'abisso e del paradosso del cliff top, quindi della cima. Farvi un recap di quello che diceva lui, che ovviamente ha passato sia dall'essere arrivato a partire da zero, da meno zero, fino alla cima e lui raccontava in questo audio che la felicità che si trova, cioè l'infelicità e il senso di mancanza, che si prova a non avere niente quando si è sottoterra, quindi nell'abisso più triste, quando veramente ti mancano le cose elementari, è molto simile allo stesso senso di vuoto e di disperazione che si ha quando si arriva troppo in cima. Sono i due estremi molto diversi, con caratteristiche differenti, ma che poi dopo vi portano a uno stato d'animo che potrebbe essere molto simile. E quindi lui raccontava che quando non si ha niente sotto, ovviamente si può andare verso l'alto, ma si ha comunque una strada quando si arriva verso l'alto, e facciamo conto di immaginarci che siamo proprio sulla cima della montagna, quindi hai raggiunto soldi, hai raggiunto fama, hai raggiunto tutto quello che pensai che ti avrebbe portato alla felicità. Più sopra di te non c'è niente, più sopra di te non c'è assolutamente niente. E quando arrivi, in quel momento, per mantenere i piedi per terra, per riuscire a poi andare avanti, lui dice l'unica cosa che devi fare è incominciare a guardare l'unica cosa che conta nella vita, ovvero te stesso. Ma non detto in maniera egoist, trovare in qualcosa che viene da fuori mi tocca particolarmente perché spesso, anche quando parlo con altre persone, mi dicono tu sei felice? sì, perché non lo so. Io sono felice. Va tutto benissimo? assolutamente no. Ci sono mille cose che potrebbero andare veramente meglio.

Speaker 1:

È il periodo più semplice della tua vita più bello? no, ci sono stati periodi più semplici. È un periodo bello, però io sono felice e questo probabilmente è dovuto alla concezione di essere grati per quello che si ha in questo momento e essere grati per quello che si sta sviluppando dentro, cioè per essere grati per dove siamo arrivati in questo momento, soprattutto alla luce di dove siamo partiti. Quindi, come sempre, poi ritorna anche il discorso felicità insieme a gratitudine. Quindi questo è un primo esempio mio personale per che cos'era la felicità.

Speaker 1:

Will Smith continuava raccontando che la vera missione, la vera cosa che poi ti porta alla felicità, secondo lui è la ricerca di se stessi, quindi non semplicemente se stessi in maniera spirituale quello può essere una delle maniere ma anche di se stessi all'interno del mondo. Cosa stai facendo? come lo stai facendo? perché lo stai facendo dentro di te. Perché lui dice quando stai con una bellissima donna, un bellissimo uomo, non è quella persona che ti cambia, è come tu ti senti stando con lei o lui. Quando tu hai una bellissima casa, una bellissima macchina, non è quella macchina, quella, quella, quella casa che ti cambia veramente come tu ti senti avendo quelle cose.

Speaker 1:

E facevo un sacco di esempi e quindi portavo a questo punto di vista dicendo se noi cominciamo a cambiare questo metro in cui c'è qualcosa di esterno che ci porta felicità, che ci porta valore, che ci fa vedere in una determinata maniera, tutto quello che poi ci circonda cambia in maniera repentina. E da qui c'è un po' il punto di svolta di questo concetto e da qui poi, dopo, si sviluppa tutto un discorso su le soluzioni per generare la felicità all'interno di noi stessi con varie tecniche. Prima di tutto sviluppare l'autostima autentica, quindi anche la coscienza di cosa siamo, cosa possiamo essere, cosa eravamo, come siamo cambiati. Io, quando parlo con mia moglie, parlo con amici stretti, racconto sempre che mi sembra certe volte di avere avuto non due, tre, quattro, cinque vite. Penso al me quando avevo vent'anni e penso al me di adesso che ne ho quasi quarantasette.

Speaker 1:

Vedo che c'è qualcosa di profondamente diverso e vedo anche che dentro quella persona di vent'anni, che ovviamente non mi rappresentava, non mi rappresenta più, quello era io, mi vedevo e auspicavo di diventare in parte quello che sono diventato. E questo, ovviamente, come può non rendermi felice, riuscire a essere passato attraverso un sacco di cose ed essere arrivato più o meno a quello che volevo. E questo poi mi dà felicità anche verso il futuro, perché ho una concezione di quello che vorrei essere, quello che vorrei fare, quello che vorrei portare in questo mondo, che è molto lontano da quello che sono adesso, perché devo ancora diventare quella persona e questa cosa di in questo mondo, che è molto lontano da quello che sono adesso, perché devo ancora diventare quella persona e questa cosa di avere questo obiettivo, questa visione è alla base, probabilmente del mio concetto di questo momento di felicità. Questa cosa, tra l'altro, non te la può togliere nessuno. Puoi avere perdite, puoi stare male, puoi perdere gli amici, perd perdere la fidanzata, perdere qualsiasi cosa importante, che quel fulcro, quel fulcro di essenza di chi sei e di cosa stai facendo, di perché lo stai facendo, di dove stai andando, non te lo può cambiare, nessuno non te lo può togliere. Quindi ci possono essere molti problemi nella vita, ma se quello è il faro, poi dopo è già una maniera per avere un punto in cui andare e di non perdersi nella bufera.

Speaker 1:

Un'altra cosa molto importante è che in questo concetto c'è la dualità tra fiducia di quello di dove stai andando, verso il controllo. La fiducia non ce la può togliere nessuno, io ho fiducia in me stesso. Io so che arriverò lì, non ho dubbi, io ho fiducia in me stesso. Io so che arriverò lì, non ho dubbi, io ho fiducia. Non ho il controllo però di questa cosa.

Speaker 1:

Se baso la mia felicità sul controllo, probabilmente ho fatto due metri, ho fatto due passi. Perderò, magari, sbaglierò strada, magari ci saranno dei problemi, ed ecco che ho perso il controllo e non so più dove sto andando. Ecco, il controllo, avere il controllo di quello che succede è una mera illusione, tant'è che anche Robin Sharma lo diceva, che la felicità è inversamente proporzionale a quanto noi riusciamo a gestire gli scomfort. Quindi essere scomodi e non avere il controllo di quello che ci accade, sapendo che quello è un processo, sempre torniamo anche qua nel discorso di avere fede. Un'altra parola molto usata, spesso troppo usata, è resilienza. L'hanno utilizzata a sproposito, quasi rendendola una cosa un po' cheap. Resilienza però è un altro meccanismo che ti permette di essere non inglobato da quello che c'è intorno, ma essere quasi impermeabile ed essere un corpo estraneo che va per la sua strada, per quello che lui vuole, perché questo è un altro problema.

Speaker 1:

Spesso il mondo che ci circonda ci assorbe. Mai come adesso questa cosa è vera. Avremo tutti i motivi per essere tristi, sconfortati e pessimisti, però poi lo sappiamo che tutto quanto torna alla sua vita torna alla sua lettura. Però il problema è che è una lettura macro e noi non riusciamo a farla guardando nel micro in cui siamo adesso. Quindi, arrivando alla pratica, perché poi dopo è alla base di questo podcast la pratica, come si fa a sviluppare questi elementi di felicità, di autocoscienza, di essere centrati verso se stessi in questo mondo?

Speaker 1:

La mia ricetta è sicuramente una la meditazione e il mindfulness, che ti aiuta a incominciare ad ascoltarti, vederti ci sono, ti collochi in un posto nel mondo. Non sei semplicemente ovunque, sei lì in quel momento e ne prendi coscienza. L'altra è la gratitudine fondamentale. La gratitudine lo ripeterò probabilmente per tutte le puntate del podcast, ma la gratitudine ti permette di leggere quello che non avevi, apprezzare quello che hai e desiderare quello che ancora non hai ricevuto e andare verso quella meta.

Speaker 1:

Alcune persone riescono a fare il journaling, quindi incominciare a scrivere gli appunti sulla propria giornata, propria vita. Io ci ho provato. Non ci riesco, quindi all'inizio mi sentivo in colpa perché vedevo che lo facevano tutti e io non ci riuscivo. Non è una cosa che mi appartiene, per esempio, io quello che riesco a fare è quando ho momenti di lucidità o momenti con delle ispirazioni, prendo e scrivo degli appunti sul mio taccuino oppure sul note del cellulare, molto banalmente, perché ci sono dei momenti in cui la nebbia si dirada vedo chiaramente delle cose e molto chiaramente non voglio perdere, le scrivo. E un'altra cosa che io metto molto al centro è quello del esercizio, della cura del corpo. Il corpo e l'esercizio ci permette di di Il corpo e l'esercizio ci permette di avere il controllo su questa cosa materiale che è il nostro corpo, su questa macchina che abbiamo che, come tutte le macchine, vanno tenute bene, vanno tenute pulite, vanno tenute in forma.

Speaker 1:

Bisogna fare il check up E quindi, per esempio, per me fare attività fisica giornalmente anche poco, quindi anche 10 minuti, 15 minuti un'ora, quello che riesce a fare per me sono i miei 30-40 minut di fisico. Mi voglio stancare, anche se c'è la testa che mi dice di no. Io combatto sul corpo e faccio sì che sia il cervello che mi dice sì, vai a correre. Comunque, anche se la testa dice stanco, non preoccuparmi magari di acciacchi che verranno, o almeno cercare di occuparmene il meno possibile, per poi poter far lavorare la mente non sul fatto che sto male, ma sul fatto che posso fare altre cose.

Speaker 1:

Quindi questo è già un bel aiuto, in conclusione di questa puntata un po' lunga, un po' discorsiva. Spero che ti piaccia questo tipo di approccio un pochino più discorsivo e meno scritto, meno preparato. Io lo vedo più a fine. Dimmi tu cosa ne pensi. Tutto scende.

Speaker 1:

Dobbiamo accettare la natura temporanea di tutto, che siamo tutti quanti di passaggio gli affetti, gli amori, è tutto veramente di passaggio. Godercelo nel momento in cui ci sono, riuscire ad amare quello che abbiamo senza diventarne vittime, senza provare l'attaccamento che poi ci obbliga a doverlo avere per forza. Anche le persone con cui stiamo. Non sono mai stato geloso e anche sto con una persona che non è gelosa, ma perché c'è una scelta. Siamo insieme, ci amiamo perché abbiamo scelto, non perché c'è il rischio che qualcun altro mi porti via, quindi guiderci quello che abbiamo in generale, anche le persone o gli oggetti senza attaccamento, adesso ci sono, domani non ci saranno. Siamo grati per quello che c'è e quindi vivere pienamente, sapendo che tutto quanto passa, la libera accettazione, che non abbiamo bisogno che le cose accadano con delle specifiche cadenze che noi vogliamo. Ci sono delle cose che capitano e basta.

Speaker 1:

Capiteranno quando è il momento giusto, quando saremo le persone giuste, quando probabilmente non staremo più guardando nella direzione in cui pensiamo che quella cosa arrivi perché ci arriva da dietro. Quante volte, quando smettiamo di desiderare, qualcosa arriva. Quanti amori. Ho sentito racconti di amori in cui, no, io non stavo cercando niente. Io ero una persona più tranquilla del mondo dopo anni di solitudine, e poi è arrivata questa persona che mi ha cambiato la vita. Perché eri pronto, eri pronta E quindi questo è un altro grossissimo insegnamento sull'attaccamento e sulla fiducia, sulla fede.

Speaker 1:

Quante belle cose, bello. Quindi io spero che questo piccolo, grandissimo racconto sulla felicità e su essere centrati su se stessi ti sia servito. A me è servito tantissimo, anche parlandone con voi, questa cosa mi sono nate altri spunti per altri blog, per quello che potrò fare. Cercherò di mantenere questo podcast anche durante l'estate, perché è una buona abitudine che non voglio togliermi. Cercherò non so come inserirlo nei vari viaggi che sto facendo e che farò io. Ti ringrazio, come sempre, per essere presente su questa piattaforma, per avermi ascoltato fino adesso. Se puoi, ti chiedo per favore di seguirmi sulla piattaforma, per avermi ascoltato fino adesso. Se puoi, ti chiedo per favore di seguirmi sulla piattaforma che stai, che stai ascoltando utilizzando mettendomi magari 5 stelline, perché mi aiuterebbe tantissimo a farmi arrivare a più persone possibile. Come sempre, ti ringrazio. Non so se ci riscolteremo, se ci risentiremo e se così non fosse, io ti auguro una bellissima giornata e una buona vita. Ciao e a presto.